Fedora 40 LXDE Spin: problemi e considerazioni

Nel Live DVD di Fedora 40 LXDE l’installer non si avvia (non in VM, ma su pc reale). Usando il Net-installer “Fedora Everything”, la LXDE Spin viene invece installata correttamente.

Le icone di default sono orrende: è consigliabile installare a mano il tema “gnome-icon-theme” e utilizzarlo come tema di icone preferito.

Le finestre hanno il bordo troppo sottile per ridimensionarle. E’ consigliabile attivare “openbox configuration manager” e scegliere il buon vecchio tema “Clearlooks” per avere finestre molto più maneggevoli.

“Lxmusic” (troppo spartano e povero di funzionalità) potrebbe essere sostituito degnamente da “Audacious”.

In generale LXDE è un ambiente leggero, affidabile, stabile ed estensibile a piacimento. Non è il massimo dal punto di vista estetico, ma la sostanza c’è. E’ un peccato che sembra sia abbandonato a se stesso da troppo tempo.

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Potrebbe essere possibile che la visualizzazione appaia diversa con il programma di installazione in rete perché alcuni pacchetti o gruppi sono stati dimenticati durante la selezione.

Il problema con LXDE, come molti altri desktop più vecchi, è che sono basati su x11. Purtroppo questa fondazione è destinata a fallire già da tempo perché è diventata un cantiere infinito e nessuno vuole più prendersene davvero cura.

C’è solo un modo per salvare questi desktop più vecchi trovando risorse finanziarie e sviluppatori disposti a convertirli a nuove tecnologie come Wayland e fornire ulteriore supporto.

Ma Xwayland non dovrebbe intercettare le chiamate a X e redirigerle a Wayland automaticamente? Almeno così mi sembra di aver capito.

Certo, ma le cose non funzioneranno come previsto.
Pertanto, è necessaria una maggiore quantità di lavoro e alcune cose non funzioneranno, nel bene e nel male, perché non funzionano in Wayland o non sono ancora implementate.

Dico la mia.

LXDE è un progetto abbandonato.

Mettiamo che sia “stabile”, in Fedora tutto il resto cambia di continuo e basta che una libreria qualsiasi introduca una modifica che espone un bug di LXDE oppure cambia o rimuove una qualche funzionalità di cui LXDE ha bisogno, che ci troveremmo in un vicolo cieco.
In queste condizioni se proprio si vuole usare LXDE probabilmente conviene provare con Debian, che cambia molto più lentamente di Fedora.

In generale, tutti i DE “minori” hanno lo stesso problema.
Cambiano i “toolkit”, facciamo il caso di GTK e QT e tutti i componenti del DE devono essere portati al nuovo toolkit, che può essere anche radicalmente differente.
Poi arriva Wayland e non basta più il window manager, serve necessariamente un compositor. Tutti i componenti del DE (e nel caso di LXDE anche il window manager Openbox) devono essere portati a Wayland attraverso il compositor, cioè il loro funzionamento dipende da quali specifiche del protocollo Wayland sono supportate dal compositor.

Dopo averci pensato e a malincuore sono arrivato alla conclusione che non conviene adoperare un DE che non sia Gnome o KDE Plasma. E’ una battaglia di retroguardia che alla fine è tempo perso.

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Facendo una ricerca, trovo che il problema con l’installazione da “live” è noto dalla versione 39 e a quanto pare non è stato corretto.

Non è necessario usare il “netinstall” o “everything”, puoi aprire il terminale da dentro il “live” e fare “sudo dbus-launch liveinst” e dovrebbe partire normalmente l’installazione.

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Il desktop Mate è sicuramente un’alternativa per i computer più vecchi. Il team di LinuxMint continua ad apportare modifiche che possono tenere il passo con Fedora.

Mi auguro che presto si arrivino a soluzioni che allunghino la vita di questi progetti.

Scusa se insisto ma secondo me non hai ben chiara la natura del problema. Il “team di Mint” si trova a dovere gestire dei fork, partendo da Cinnamon e arrivando a Mate. Sono rispettivamente il fork d Gnome 3 e il fork di Gnome 2.

Quando fai un fork devi gestire il fatto che più tempo passa dal momento in cui hai separato il tuo “ramo” dal “tronco” e più le due cose divergono, si allontanano e quindi sono incompatibili.

Da cui ti trovi non solo a dovere mantenere il tuo fork ma devi anche implementare tutte le aggiunte necessarie.

Mantenere significa che se GTK 2 è rimasto uguale per millemila anni e quindi si poteva pensare di fare LXDE, XFCE, vattelapesca, GTK 3+ cambia di continuo e questo inevitabilmente si tira dietro tutti i programmi che usano quel toolkit. Quindi tu devi prendere tutto il codice del tuo fork e lo devi modificare in modo da renderlo compatibile con GTK 3+ e questo è un lavoro continuo dato che chi rilascia GTK 3+ se ne frega di fare saltare tutto per aria ad ogni nuovo rilascio. Non è solo una questione di codice ma anche di “filosofia”, per esempio GTK 3+ è pensato per Gnome che ha una interfaccia minimale e che ti presenta le poche opzioni in una certa maniera. Se tu hai la interfaccia “tradizionale” ti trovi coi programmi che sono tutti sbilenchi, notifiche ed plugin/widget sono diversi, eccetera.

Invece le nuove implementazioni sono tipo il caso di Wayland. Non solo devi inventarti un modo per fare funzionare il tuo fork con Wayland ma devi anche assicurarti che tutti gli altri programmi che funzionano con Wayland funzionino col tuo fork. Nello specifico significa utilizzare il window mananger - compositor di Gnome oppure utilizzarne un altro “esotico” sulla via di Sway. In entrambi i casi è tutto codice di altri che tu devi “agganciare” al tuo fork e poi devi gestire tutti gli eventuali problemi conseguenti. Oppure puoi farti il tuo compositor, che non è semplicissimo.

Non solo non ci sono e non ci saranno “soluzioni” ma evidentemente si va nella direzione opposta, cioè si scoraggiano le divergenze. Non so se sia un male o un bene, in generale re-inventare continuamente la ruota può essere uno spasso ma è anche uno spreco di risorse. Risorse che poi vengono a mancare quando si tratta di mettere insieme un prodotto a livello professionale invece che amatoriale.

Poi se io dovessi scegliere un DE “minore”, credo che la soluzione migliore sia XFCE perché è relativamente minimale ma è abbastanza utilizzato da imporre mantenimento e implementazione di nuove funzionalità.

Mate mi sembra che sia abbandonato o in procinto di essere abbandonato, sia perché di fatto compete con XFCE, sia perché nasce per riproporre Gnome 2 ed è di perse una idea congelata nel tempo, in contraddizione con l’eventuale sviluppo divergente. Un conto è l’idea generale di fare le cose in un certo modo, un altro è il vincolo permanente proprio a quell’esatto modo di fare le cose.

Certo, c’è sempre il “de gustibus”.
Però arrivi ad un punto che devi anche decidere se vale la pena accollarsi tutti i fastidi o se è meglio la minor fatica.

Per i “computer vecchi” secondo me MX, che poi è una customizzazione di Debian, va più che bene.
Viene nelle versioni XFCE e KDE Plasma. Io userei la seconda.

Con tutto che ti sto scrivendo con un Laptop da meno di 300 euro, un celeron dual core con 4 giga di ram. Sopra c’è Fedora Gnome. Certo ci devo fare il minimo, Internet, un po’ di “ufficio” e amen. Però non cambierebbe molto in ogni caso.

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Un’alternativa a GNOME/KDE potrebbe essere LXQt che punta a passare a Wayland nella versione 2.1.0 (la versione corrente è la 2.0.0): “Wayland will be the main target for LXQt 2.1.0, as Qt6 was for LXQt 2.0.0”.

Dipende cosa si intende per “alternativa”.

Io sto rimandando l’aggiornamento di Fedora da 39 a 40 perché due programmi che mi servono, GIMP e Deja Dup, andavano in crash causa due bug manifestati a seguito dell’aggiornamento di certe librerie.

Potrei vivere senza GIMP e Deja Dup, potrei non usare Gnome ma KDE, potrei non usare Fedora ma un’altra distribuzione.

Devo valutare se mi conviene rimandare fino a che GIMP e Deja Dup vengono aggiornati per seguire le librerie di Fedora e questo non mi costa niente o se preferisco lo sbattimento di fare a meno di GIMP e Deja Dup oppure cambiare DE oppure cambiare distro.

Se io avessi un PC che non funziona con Fedora Gnome per una qualsiasi ragione, valuterei le opzioni. Usare Fedora vale la pena se si vuole una cosa che è aggiornatissima, quasi una “rolling release” altrimenti conviene usare Debian che esce una volta ogni cento anni. Quindi se per esempio volessi usare XFCE penso che userei Debian, dato che anche XFCE esce una volta ogni cento anni.

Non per tutti è così facile staccarsi da qualcosa che gli piace. Per alcuni di noi qui, i legami e le amicizie nella comunità sono molto importanti. Ecco perché a volte cerchiamo semplicemente un nuovo ambiente desktop e conviviamo con dei compromessi.

Hai menzionato XFCE per i computer più vecchi. Ho controllato per vedere come si presenta il passaggio a Wayland. Le cose non sembrano andare male, anche se ci sono ancora alcuni ostacoli da superare. Ma nel complesso, ciò che XFCE ha in serbo sembra promettente. Ecco il link alle informazioni:

Penso che sia logico per tutti noi qui avere desktop più vecchi. Purché il tempo investito rappresenti un certo guadagno cercando di passare alle nuove tecnologie.

Per tornare in tema, c’è anche il desktop Lxqt, che ha già apportato alcune modifiche a Wayland. Da quanto ho capito il progetto è ancora attivo:

You might check the update released recently and see if it solves your issue:
gimp-2:2.10.38-1.fc40.x86_64

Yes, I’ve already updated GIMP, in a month or so Deja Dup should move from v.45x to v.46 and that should fix the other blocking issue. Given there isn’t any major change then a reason to update Fedora 39, I can wait. It is good that Fedora doesn’t drop support for the current version once a new release comes out.

Riguardo XFCE, lo so che stanno lavorando per supportare Wayland e infatti dicevo che tra i DE “minori” mi sembra che XFCE sia quello con più chances di sopravvivenza perché è abbastanza diffuso e questo significa che c’è interesse generale e motivazione a portarlo avanti.
Leggendo le informazioni sullo status del progetto però si capisce quanto sia complessa la faccenda perché di fatto tutto il mondo legato a GTK si muove con Gnome, cioè con la velocità di Gnome e con le modalità di Gnome, che di certo non facilitano la vita agli “altri”.

Chiaramente quando uno pensa di sostituire X11 con un “protocollo” che demanda l’implementazione ad ogni singolo DE - WM - Compositor, non solo si accetta di ri-inventare la ruota ogni volta ma si accetta di accollare tutto il lavoro a progetti che hanno poche risorse e di fatto gli si taglia le gambe.
Diverso sarebbe stato se ci si fosse consorziati tra tutti per creare un unico compositor da implementare in tutti i DE ma ovviamente non è cosi che funziona questo “universo”.
Si lo so che esiste WLRoots ma è chiaro che funziona un po’ alla rovescia, invece di essere i progetti con più risorse a provvedere componenti riutilizzabili dai progetti “minori”, di fatto gli si dice di arrangiarsi.

Comunque, torno a dire, secondo me nella filosofia di Fedora ha poco senso avere “spin” che mescolano un “sistema generale” aggiornatissimo con DE - Window Manager che sono aggiornati molto più lentamente o anche del tutto fermi come LXDE.

Non vale solo per Fedora, per esempio Ubuntu ha appena rilasciato una nuova versione “stabile” diverse “derivate” escono già obsolete. Passi per Xubuntu perché XFCE ha i suoi ritmi ma avere Kubuntu con ancora KDE Plasma 5 invece di 6 ha veramente poco senso.

Opinioni mie ovviamente.

Non capisco bene il problema.

Se io avessi un PC cosi vecchio che non funziona con Fedora Gnome potrei provare tutti gli “spin” di Fedora.

Però, mettiamo di scoprire che la soluzione migliore per il mio PC sia Debian, cosa mi impedirebbe di usare Debian e continuare a frequentare la community di Fedora?

Sì, certo, come hai detto tu, si tratta di opinioni personali. Personalmente, trovo più facile mantenere una distribuzione in cui mi impegno e aiuto a migliorarla piuttosto che impantanarmi e cercare di farmi coinvolgere in tutto.

Ma come ho detto, ognuno ha le sue preferenze.

Per me i “Spins” hanno molto senso perché posso utilizzare e supportare un altro desktop con Fedora. Se trovo un errore che non è stato ancora corretto “upstream”, posso farlo correggere tramite Fedora.
E se non ha senso per Fedora, posso registrare le mie preoccupazioni/modifiche direttamente nel progetto.

Fedora è sempre un passo avanti rispetto alla maggior parte delle distribuzioni. Quindi dovrei poi fare il lavoro e segnalare i bug tramite una “terza” distribuzione che ancora non esiste perché, ad esempio, Debian ha una filosofia diversa e si avvicina alle cose “più lentamente”.

La mia opinione personale :wink:

Appunto, dicevo.

Mettiamo che Fedora XFCE “spin” sia la prima distribuzione ad implementare XFCE “Wayland”.
Benissimo, se vuoi partecipare alla messa a punto di XFCE è l’ideale.

Nel caso di LXDE invece, dato che nessuno ci lavora ed è un binario morto, Fedora LXDE “spin” ti mostra gli aggiornamenti al sistema generale di Fedora, ti mostra gli aggiornamenti a tutti i programmi terzi e quindi tutte le magagne relative. Poi ti mostra i problemi di tutto questo insieme rispetto a LXDE ma quelli è inutile riportarli tanto nessuno mai li correggerà.

Anche se domani qualcuno volesse riprendere LXDE come concetto generale, bisognerebbe rifarlo tutto in GTK 3+, che è esattamente quello che l’autore di LXDE non ha voluto fare perché scoraggiato dai cambiamenti a suo dire “ostili”, passando invece a QT.

Poi qui si apre un altro discorso, se gli “spin” esistono per consentire il “beta testing” dei vari DE e WM o se hanno uno scopo pratico.

Per esempio, Fedora esce in una versione “stabile” e una versione “instabile”. Io scelgo la versione “stabile”, anzi, in questo momento sto usando addirittura la versione precedente, proprio perché voglio usare Fedora con zero difetti. Se mi volessi divertire col beta testing e riportare i bug, userei la versione “instabile”, magari non come sistema di tutti i giorni ma quando ho tempo.

Tornando a XFCE, se dovessi scegliere tra Fedora XFCE “beta” con Wayland e Debian con XFCE di un paio d’anni fa, sceglierei Debian perché XFCE è già una scelta “di sopravvivenza”, una scelta “fall back” perché sto raschiando il fondo del barile.

Il che ci riporta al discorso se XFCE abbia senso di persè, se non come DE confinato o specializzato in un ambito “legacy”.
Chi mai comprerebbe un PC nuovo per poi usare tutto quell’hardware sovrabbondante per XFCE?
Simpatico, agile, customizzabile e tutto quanto ma ci collochiamo a livello Windows 98.
Mi sembra ovvio che chi preferisce il “desktop tradizionale” dovrebbe usare KDE Plasma piuttosto che XFCE. Lo userei io stesso se non mi stesse sulle scatole tutta la “suite” Kontact che mi trovo preinstallata e non ho voglia di rimuovere a manina.
Ci sono varie ragioni ma la principale è che i programmi sono sviluppati per Gnome o per Plasma, quindi metterli su XFCE significa che poi saranno fuori posto e più tempo passa, vedi libadwaita, vedi GTK 4+, peggio diventa. Invece con Plasma abbiamo i programmi QT e anche quelli GTK sono ben integrati.

Se abbia senso o abbia senso fare o non fare qualcosa è relativo e ognuno deve decidere da solo.

Per me ha senso buttare il vecchio hardware nella spazzatura o continuare a usarlo con un DE più semplice.

Perché non regalare un vecchio computer con xfce a qualcuno che non può permettersene uno nuovo? Esistono persino applicazioni che danno l’illusione dell’aspetto di uno gnomo. “xfdashboard.x86_64: shell GNOME come dashboard per Xfce”

Non sono sicuro di aver compreso correttamente l’hardware in eccesso. Non è più un problema del kernel e non specifico di Fedora? Intendi i driver non necessari che il tuo vecchio computer non ha?

In questo caso ci sono anche kernel LTS disponibili tramite coper. Ciò significa che puoi utilizzare la base specifica dell’hardware per il sistema operativo?!

Sono d’accordo con te riguardo LXDE, dovresti modificare la descrizione e menzionare che questo progetto è chiuso.

Penso di aver detto quello che volevo da parte mia e di abbandonare la discussione. È faticoso tradurre nella mia lingua madre tramite Google e poi di nuovo in italiano.

Forse avremmo dovuto inserire la discussione nella sezione inglese molto tempo fa in modo che più persone potessero partecipare :slight_smile:

Ma spero che abbiamo intrattenuto almeno un po’ l’OP e gli abbiamo dato una prospettiva più profonda sulla storia di Linux. O almeno per quanto riguarda i DE.