Uso Fedora 40 KDE Spin. Ho una cartella home con dimensione di 16 GB con una quindicina di subfolders, volevo comprimerla in un file ‘backup.tar’ usando Dolphin, ma nel file .tar risultante ci sono appena 3 subfolders per soli 135 MB: il resto delle subfolders è andato perduto. Ho poi provato a fare la stessa operazione con Ark: ho creato un file backup.tar e tutte le subfolders sono state correttamente compresse senza alcuna perdita. Dolphin ha evidentemente un bug, ma la cosa strana è che dovrebbe usare Ark per comprimere i files: perché si verifica questo strano problema?
A me capita quando tolgo la chiavetta USB senza averla prima smontata. A quanto ho capito quando il software ti dice che ha completato l’operazione in realtà non è vero, sta ancora scrivendo e quindi se togli la chiavetta si incasina tutto. Se invece la smonti prima di toglierla di solito si apre una finestrella tipo “attendere, operazione di scrittura in corso” seguita da “ora puoi togliere la chiavetta”.
Non so se c’è qualche bug in Dolphin.
Riguardo il backup in generale, per i backup manuali ho smesso di usare la compressione perché se si scassa qualcosa è difficile se non impossibile recuperare il contenuto dell’archivio. Meglio copiare i file e le directory cosi come sono anche se ovviamente serve più spazio. In questo modo è più facile che la copia sopravviva, almeno in parte.
Invece per i backup automatici uso Deja Dup, non ti sto a raccontare tutti i giri che fa, gli archivi sono compressi e criptati quindi inutilizzabili se non da Deja Dup o il sottostante Duplicity. Il vantaggio però è che li puoi mettere su GDrive e che sono backup incrementali, quindi copi solo le modifiche e che puoi tenere un certo numero di versioni concorrenti. Io faccio un backup settimanale e tengo tre mesi di storico, tutto automatico.
Ah poi direi che il formato “tar” non serve a comprimere ma a creare un unico “file-one” che contiene tutto. Cito Wikipedia:
" tar (acronimo di tape archive) è un software in grado di produrre file archivio non compressi, denominati tarball [1], ideati principalmente per il backup su nastro magnetico, sebbene il formato tar non sia esclusivo di tale supporto di memoria."
A cui segue:
" tar
è comunemente utilizzato in unione con un’utility esterna di compressione dati, ad esempio gzip, bzip2 o compress (non più in uso), dal momento che da solo non ha la capacità di comprimere i file."
Ti trovi quindi con “nome_tarball.tar.gz” dove “gz” è il formato di compressione.